Marcel van Silfhout, ex giornalista investigativo olandese e sostenitore di Julian Assange, parla in una puntata di Blckbx.tv
Passiamo ora a Julian Assange,
perché per lui il tempo stringe.
L’informatore è stato imprigionato
per anni, gli ultimi 3,5 anni in isolamento.
Quanto sopravviverà
e su quale supporto potrà contare?
Bene Marcel, forse possiamo supporre
dallo spettatore medio di Blckbx…
che tutti sanno chi
è Julian Assange,
ma giusto per le persone
che non lo sanno…
Chi è quest’uomo?
Ho scritto un articolo su di lui
oggi su Independen lo puoi trovare.
Lì dico letteralmente:
Se Julian Assange muore,
l’Occidente libero morirà con lui.
È stato un modello per me
quando ero giornalista investigativo…
a Zembla in quel momento,
(telegiornale olandese)
il consiglio direttivo dell’Associazione
di giornalismo investigativo.
Sono stato alla radio BNR.
E tutti quegli scandali
erano appena venuti a galla.
È stata fondata nel 2006 [WikiLeaks]…
e intorno al 2010 era proprio al culmine.
È stata rilasciata una quantità
incredibile di informazioni.
E ho davvero pensato:
“Wow, LA rivoluzione giornalistica!”
Perché lui ha potuto…
In realtà era un hacker,
un programmatore
e poi è diventato
giornalista lì in Australia.
È stato in grado di creare un sito Web in cui
chiunque potesse pubblicare tutte le cose…
come informatore, in modo completamente
anonimo, non tracciabile e quindi in sicurezza.
Oh, wow! Questo è ovviamente
il sogno di ogni giornalista.
Soprattutto per i giornalisti
investigativi come noi.
Quindi ero molto fiducioso.
E poi c’è stato Snowden,
che ha anche rivelato che…
infatti tutti i cittadini vengono
spiati in tutto il mondo.
Perché noi, come cittadini, dobbiamo essere
spiati, sorvegliati 24 ore su 24, 7 giorni su 7?
Naturalmente conoscevo
parecchie persone di questa ambito.
Mi fa davvero incazzare!
Perché potrebbe davvero morire.
Non riesco proprio a capirlo.
Quando lo guardo, voglio dire…
Questo ricorda Victor Hugo,
quegli esuli della Rivoluzione francese.
È stato da dieci anni in esilio
in quell’ambasciata equatoriana.
E ora tre anni e mezzo di isolamento.
Perché lo hanno rinchiuso?
Ebbene, l’America vuole la sua estradizione.
E questo non è ancora stato fatto.
E quando andrà in America,
si troverà in una situazione simile.
Sembra una prigione medievale
in cui viene gettato.
Il miracolo è che ha
incontrato Stella Assange…
durante il periodo in cui si
trovava in quell’ambasciata.
Si sono fidanzati,
sposati e hanno avuto figli.
Ha due bambini piccoli.
Non riesco proprio a capire
il fatto che gli informatori…
Lo so, conosco molti informatori.
Penso che sia anche un
trauma personale, per me stesso.
Durante il mio periodo con Zembla
(programma) ne ho incontrati parecchi.
Davvero tanti informatori,
anche dall’Olanda.
E quando vedi come il governo
si comporta con loro…
e quando vedi come le persone, i cittadini
si comportano come: “Oh, chi se ne frega?”
Credo che sia un fatto
estremamente drammatico,
quello che sento da fonti intorno a me,
che è davvero grave.
E perché ci dedichiamo a lui proprio oggi?
La settimana scorsa c’è stata
un’altra giornata di azione.
Credo che giovedì scorso
sia stato il Julian Assange Day.
E ho pensato: “Come che ‘GIORNO’?”
Niente ‘GIORNO’, dobbiamo semplicemente
fare che sia libero prima di Natale, tutti noi!
Inoltre non riesco a capacitarmi
del fatto che tutti i miei colleghi:
Il Guardian, il New York Times,
chiunque sia…
tutti sfoggiavano con questi articoli
(probabilmente erano gelosi in realtà)
ma in ogni caso, che non lo stanno
difendendo in questo momento…
Lo trovo impossibile.
