Come si danno la zappa sui piedi i promotori del concetto di “fake news”. Solo un tipico esempio tratto dal quotidiano italiano la Repubblica.

Questa è una storia di diffamazione applicata da coloro che cercano di promuovere il concetto di “fake news”. Naturalmente è solo uno dei tanti esempi possibili in tutto il mondo.

Un articolo di Tiziana de Giorgio per il quotidiano La Repubblica è denunciabile, ma allo stesso tempo costituisce un eccellente esempio del lavoro di coloro che pretendono di ‘scoprire’ (anche senza alcuna solida giustificazione se non la propria) ciò che chiamano “notizie false” e “teorici della cospirazione”. “Loro” in generale sono gli organi di informazione nazionali o aziendali, siano essi TV, giornali o internet, e in questo caso particolare il quotidiano italiano “La Repubblica”. Un tempo questo giornale era considerato sufficientemente obiettivo e onesto da essere scelto da Julian Assange e Wikileaks per pubblicare le fughe di notizie degli informatori. Queste fughe di notizie hanno generalmente confermato che quelle che erano considerate “notizie false” o “teoria della cospirazione” si sono rivelate in realtà notizie vere o fatti di cospirazione. Invece adesso questo stesso giornale sembra voler farli la guerra e seguire la narrativa ‘ufficiale’.

Già nel titolo, nel sottotitolo e nel primo paragrafo dell’articolo Tiziana de Giorgio è riuscita a raggiungere una notevole densità di non serietà e professionalità di presunta giornalista.

  • Il titolo stesso,
    espresso in modo energico e duro, richiede diverse domande sui presupposti che incarna:

    • Chi decide chi è un teorico della cospirazione o no? Tiziana de Giorgio stessa? Il quotidiano La Repubblica?
    • Perché il pensiero critico dovrebbe essere confuso con la teoria del complotto?
  • Tiziana non ha chiesto alcun permesso per utilizzare la foto, né ha contattato o informato la fonte.
    Anche se non richiesto legalmente o giornalisticamente, ciò dimostra la totale assenza di rispetto sia personale che professionale da parte di Tiziana e quindi de La Repubblica (hierna: Tiziana) nei confronti della fonte dell’articolo, tanto più l’utilizzo della foto per critiche e addirittura giudizi sullo stesso.
  • La foto è tagliata:
    1. Il logo del CLN non è riportato, mentre è stato apposto sul volantino proprio con l’intenzione di identificarlo e differenziarlo dagli altri gruppi che avrebbero potuto essere presenti all’esposizione per il suo carattere provocatorio.
      Parte del titolo del volantino viene tagliato, lasciandolo mutilato. “Chi decide chi è un teorico della cospirazione?” è una domanda molto diversa dal semplice “chi è un teorico della cospirazione?”
      – Se ciò fosse intenzionale, potrebbe essere interpretato come intenzioni dannose.
      – Se, al contrario, ciò è avvenuto per caso, ciò può essere considerato un’incompetenza fotografica o di impaginazione.
  • Inoltre la foto è stata scattata totalmente fuori contesto:
    1. Il sottotitolo che funge contemporaneamente da didascalia della foto recita: “…’hanno’ lasciato scritte […] ed escrementi finti…” portando a credere che l’organizzazione associata al volantino sarebbe quella gli stessi di coloro che presumibilmente (perché non dimostrato nell’articolo) avrebbero lasciato scritte ed escrementi oltre ad essere No-Vax (sempre senza alcuna prova).
    2. Nel primo paragrafo, tanto per cominciare Tiziana de Giorgio si permette volentieri di giudicare i critici dell’uso del siero sperimentale (dichiarato ufficialmente tale dalla stessa UE per mancato rispetto degli standard e delle definizioni ufficiali dei vaccini veri) utilizzando il metodo termine “no-vax” con il chiaro ed unico intento denigratorio.
    3. Inoltre, Tiziana de Giorgio si permette anche di riassumere arbitrariamente una serie di riferimenti esclusivamente NON dimostrati e non verificabili, come nel sottotitolo.
    4. Inoltre Tiziana de Giorgio si permette anche di riassumere arbitrariamente una serie di riferimenti esclusivamente NON dimostrati e non verificabili, come nel sottotitolo.

In sostanza l’intero articolo si basa sul giudizio personale di Tiziana de Giorgio su quelle che dovrebbero essere considerate “fake news” o “teoria del complotto” e dei suoi sostenitori. Tuttavia non fornisce alcuna prova tangibile, come farebbe una buona giornalista con rispetto per l’argomento, per i suoi lettori e con trasparenza, se non per ciò che avrebbe visto o sentito lei stessa e usando un denominatore comune per i vari gruppi critici nei confronti del ” Mostra sulle notizie false”.
È certamente curioso e ironico, e anche divertente, che Tiziana stia utilizzando proprio quei meccanismi di cui sostiene siano gli strumenti di queste cosiddette “fake news”.

References

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